La stima svela l’impatto dell’“accoppiamento assortativo”, la tendenza a scegliere partner con la stessa
vulnerabilità mentale. Gli esperti: “Necessario un cambio di paradigma: dalla cura del singolo al supporto al
nucleo familiare”.
ROMA/PESCARA, 9 settembre 2025 – Oltre 155.000 coppie in Italia vivono una condizione di “doppia
vulnerabilità” psicologica, dove il rischio per la salute mentale non si somma, ma si moltiplica. Il motivo non
è il caso, ma una potente e documentata tendenza umana: scegliere un partner simile a noi. Se per molti
aspetti questo è innocuo, per la salute mentale può innescare un’emergenza silenziosa.
È la prima, allarmante stima quantitativa sull’impatto dell‘accoppiamento assortativo in Italia, curata dal Dott.
Massimo Lattanzi e dalla Dott.ssa Tiziana Calzone per l’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia
(AIPC), il Centro Italiano di Psicotraumatologia Relazionale (CIPR) e l’Osservatorio Nazionale Omicidi
Familiari (ONOF).
La stima, basata su un modello che incrocia i dati demografici ISTAT (12,6 milioni di coppie) con le evidenze di
un’analisi di riferimento internazionale su 1,27 milioni di coppie, fotografa un fenomeno finora sommerso.
Il paradosso dei disturbi comuni: l’impatto di ansia e depressione
L’analisi rivela un dato controintuitivo, definito “paradosso correlazione-prevalenza”:
- Ansia e Depressione: Sebbene la spinta a scegliere un partner con una vulnerabilità simile sia
“moderata”, la loro enorme diffusione nella popolazione fa sì che queste coppie rappresentino la
quasi totalità del fenomeno, con una stima di 154.548 nuclei. - Schizofrenia: Qui la preferenza di accoppiamento è “molto forte”, ma la bassa prevalenza del disturbo
limita il numero di coppie a 876.
“Questo non è un dato accademico, ma un’emergenza sanitaria che si consuma tra le mura domestiche,”
dichiara il Dott. Massimo Lattanzi, psicologo psicoterapeuta AIPC. “Stimiamo oltre 155.000 famiglie in cui la
fragilità si moltiplica, aumentando esponenzialmente il rischio di trasmissione intergenerazionale del disagio ai figli e il carico assistenziale reciproco.”
Dall’individuo alla coppia: l’urgente cambio di paradigma
I risultati impongono un ripensamento strategico dei modelli di cura. Trattare i pazienti come entità isolate si dimostra inefficace di fronte a un rischio così concentrato all’interno della coppia.
“Questa stima ci fornisce una mappa del rischio finora invisibile,” aggiunge la Dott.ssa Tiziana Calzone,
psicologo psicoterapeuta AIPC. “Significa che possiamo smettere di rincorrere i problemi quando sono già
esplosi. Attraverso protocolli di screening scientifici, possiamo intercettare precocemente le vulnerabilità di
coppia e trasformare l’approccio terapeutico. Non si tratta solo di prevenire le crisi, ma di costruire il
benessere in modo proattivo. È il passaggio cruciale dalla cura del danno a una vera e propria prevenzione
strategica per la salute mentale del Paese.”
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- Referenti: Dott. Massimo Lattanzi, Dott.ssa Tiziana Calzone

