“Un soffio che sapeva di mare “ tratto da un racconto di Elio Esposito per la regia di Lucia Vita

Quali sono le tue principali influenze cinematografiche?

Mi ispiro molto al neorealismo, spesso i nostri attori sono presi dalla strada e svolgono veramente i ruoli che interpretano nei film. 

 Cosa ti ha ispirato a creare questo cortometraggio?

Le tante morti sul lavoro, nel 2024 ,1055 di cui 52 donne, inaccettabile in un paese civile, numeri da guerra. Per anni mi sono chiesto ” chi toglierà le mie scarpe”. Ma anche una grande storia d’amore di una donna che tutti credevano folle in realtà solo innamorata. Spesso ciò che non capiamo chiamiamo pazzia. La sceneggiatura è di Paolo Silingard

Per concludere l’intervista. 

In che modo hai lavorato con gli attori e il team di produzione?

Ho lavorato in perfetta sinergia collaborando mio malgrado in una scena che come tutte le cose improvvisate è risultata la più tenera e commovente.

 Qual è il messaggio e il tema principale del corto?

Il messaggio che vogliamo dare è duplice, basta alle morti sul lavoro, tutti si devono adoperare affinché cessino. Imprenditori ma anche lavoratori che debbono rispettare le normative di sicurezza. Ma anche un messaggio di solidarietà e amore che scoprirete quando vedrete il cortometraggio.

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Desiree Fadda

1 commento su ““Un soffio che sapeva di mare “ tratto da un racconto di Elio Esposito per la regia di Lucia Vita”

  1. Grazie dell intervista e congratulazioni all intervistatrice, domande inerenti al tema e sempre poste con cortesia

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