“Campagne Turchesi” nell’Alessandrino protegge la ghiandaia marina, una delle specie ornitiche migratrici più belle e vulnerabili d’Europa – NOVITA’: Per il terzo anno, il progetto ha allargato lo spettro delle specie selvatiche da tutelare, stringendo nuove alleanze

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

A un anno preciso dal secondo capitolo del progetto (Campagne turchesi II) eccoci di nuovo in attesa dell’onda turchese. Il progetto Campagne turchesi III, appena avviato, intende tutelare e proteggere ancora di più la popolazione di Ghiandaia marina Coracias garrulus nell’alessandrino. Ma ci sono delle importanti novità che riguardano altre specie. 

Nei mesi di lungo torpore invernale abbiamo lavorato moltissimo affinché questo terzo capitolo del progetto possa trascorrere al meglio, con tutti gli strumenti e le conoscenze necessari alla tutela e allo studio delle ghiandaie marine e delle specie di ambiente agricolo che abitano l’’Altopiano turchese’; E la nostra ripartenza è arricchita da un bagaglio di conoscenze ed esperienze maturate durante le prime due fasi del progetto grazie alle quali abbiamo favorito ulteriormente la nidificazione di questa meravigliosa specie che tra il 2022 e il 2024 è cresciuta esponenzialmente: da 15 coppie note nel 2022 a più di 30 nel 2024! dichiara Alessandro Ghiggi, ornitologo e documentarista ideatore del progetto.

Nella provincia di Alessandria, circa quindici anni fa, veniva segnalata, dopo 70 anni dalla sua scomparsa, la prima coppia nidificante di Ghiandaia marina per il Piemonte (cfr Gatti, 2008) e da allora sono diverse quelle tornate a ripopolare queste campagne. Tuttavia la popolazione è ancora molto lontana dall’aver trovato un suo equilibrio perché scarseggiano i siti per la nidificazione, soprattutto per i regolari disboscamenti e l’abbattimento di strutture ruderali in luogo di nuovi impianti viticoli, seminativi, noccioleti, impianti fotovoltaici, ecc. Ecco dunque che l’installazione di strutture nido artificiali diventa di fondamentale importanza per la riproduzione e l’espansione di questa e di altre specie.

LE NOVITA’ DI CAMPAGNE TURCHESI III

La nidificazione di Albanella minore ha allargato lo spettro delle specie selvatiche da tutelare, potendo anche stringere nuove amicizie e alleanze come quella con l’Associazione toscana Pygargus E.T.S. .

A titolo sperimentale, successivamente ad un consulto con tecnici del Parco Regionale della Maremma e con il consenso delle Aree Protette del Po Piemontese, abbiamo installato una piattaforma nido per cicogne bianche e falchi pescatori. Un investimento per il futuro (speriamo non troppo remoto).

Molta legna recuperata è ora pronta per essere scavata e assemblata per la realizzazione di nuove strutture nido per la ghiandaia marina e per tutte le altre specie cavicole che fino ad oggi hanno approfittato con successo dei nostri nidi: assioli, civette, taccole, storni, upupe… 

Anche quest’anno, memori di una bellissima esperienza pregressa, partiremo con una serie di giornate dedicate alla divulgazione sulle buone pratiche da adottare per una sana convivenza con le specie degli ambienti agresti. 

Campagne turchesi ha partecipato al tavolo per la definizione della Rete ecologica della provincia di Alessandria per il progetto#LifeNatConnect2030 proponendo la nostra area di studio da tutelare in quanto corridoio ecologico in grado di collegare habitat appenninici con quelli di pianura.

LE PROBLEMATICHE

La “spada di Damocle” della speculazione foto e agrivoltaica calata su questo territorio ha stimolato a partecipare attivamente a riunioni e consigli provinciali al fianco di innumerevoli comitati per la salvaguardia e tutela del territorio. Regione Piemonte dovrà approntare il proprio disegno di legge in materia di FER in ottemperanza al Decreto 21 giugno 2024 “Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili”. In questo intervallo di tempo è fondamentale sensibilizzare le comunità sull’importanza del suolo e degli ecosistemi direttamente ad esso collegati e che rischiano la totale sparizione, tenuto conto delle attuali aspettative di vita degli impianti, per i prossimi 25-30 anni.

A livello locale stiamo riscontrando abbattimenti e tagli scriteriati di siepi e vecchi alberi, complici un’ignoranza generale e la cancellazione da parte della Commissione europea dell’obbligo di mantenere il 4% a incolto per le aziende agricole imposta dalla PAC 2023-2027. A tal proposito si cita la coppia di ghiandaia marina più anziana nota per la zona che quest’anno si ritroverà senza il gigantesco pioppo che ha accolto la coppia per quasi 10 anni di nidificazioni consecutive.

A causa delle modificazioni ambientali degli ultimi decenni, la ghiandaia marina fatica a trovare siti idonei alla nidificazione, soprattutto nelle porzioni di Pianura Padana a più alto sfruttamento del suolo. 

  • Oltre alla costruzione e installazione di strutture nido, quest’anno si riconferma un’attenzione speciale per la divulgazione: Alessandro Ghiggi, insieme al collega Antonio Scatassi dedicherà diverse serate pubbliche e giornate sul campo al tema della Biodiversità avifaunistica tipica del paesaggio agricolo. Partendo dalla Ghiandaia marina quale capofila della bellezza di queste terre, verrà approfondita l’importanza di ambienti diversificati con prati stabili ed elementi naturali quali siepi, boschetti marginali, piccoli lembi di incolto, filari arborei e alberi morti 
  • Attraverso le donazioni dei sostenitori, potremo continuare a garantire ulteriori strutture nido per le ghiandaie marine e per tutte quelle specie che, come lei, nidificano in cavità naturali o artificiali, ampliando sempre più i confini interessati dal progetto. Lo scorso anno alcuni nidi sono stati piazzati anche nell’entroterra della Liguria centro-occidentale grazie ad una collaborazione locale. Inoltre saremo agevolati nel sostenere le spese dei vari spostamenti auto (posizionamento nidi, monitoraggio ghiandaie, viaggi tra le varie tappe del “ tour” di presentazione del progetto).
  • Ogni donatore verrà contattato da Alessandro Ghiggi o da Antonio Scatassi per essere informato su data e luogo della prima uscita sul campo disponibile. Una forma di ringraziamento nei confronti dei sostenitori che verranno accompagnati attraverso un percorso naturalistico alla scoperta della ghiandaia marina e della moltitudine di specie abitanti l’Altopiano turchese.
  • Stima costi di fabbricazione per singola struttura in base alla tipologia di legno impiegata: 

Tronco nido – €25/45 – Cassetta nido – €15/35

Risultati attesi:

  1. N.2 strutture nido artificiali per Km2
  2. Sulla base del volume delle donazioni auspichiamo di espandere i confini del progetto anche alle limitrofe province di Asti, Tortona e Torino.
  3. Condividere il più possibile questo progetto affinché altri come noi possano contribuire ed incentivare la nidificazione della Ghiandaia marina e di altre specie cavicole secondarie

Sostieni questo progettohttps://www.produzionidalbasso.com/project/campagne-turchesi-iii/

  1. Perché il nido artificiale?

Come già accennato, l’installazione di cassette o tronchi nido è un’utile strategia per porre rimedio alla scarsità di idonei siti naturali di nidificazione, venuti meno a causa della progressiva eliminazione dei vecchi alberi con presenza di cavità naturali. Ci confortano in ciò esperienze già poste in essere dal 2019 e che hanno dato risultati molto positivi in termini di risposta dei selvatici. Sono diverse infatti le specie cosiddette “cavicole secondarie” che hanno tratto vantaggio dall’installazione di queste strutture in particolare, oltre alla Ghiandaia marina, citiamo rapaci notturni quali la Civetta Athene noctua, specie sedentaria e l’Assiolo Asio otus, piccolo gufo migratore transahariano, entrambe in decremento soprattutto nelle zone ad alta densità abitativa e ad agricoltura intensiva, ma anche upupe Upupa epops, torcicolli Jynx torquilla… Si considerino inoltre due ulteriori fattori limitanti per queste specie, e in particolare per la carismatica Ghiandaia marina. Il primo è rappresentato dalla rarefazione di quei prati stabili così importanti per l’approvvigionamento del cibo. Il secondo deriva dal fatto che, diminuendo le porzioni di foresta “matura”, diminuisce anche la presenza dei picchi, importantissimi per il loro ruolo di realizzatori di cavità nei tronchi degli alberi, le quali tipicamente ospitano, una volta abbandonate, i nidi di ghiandaie marine. 

Se ne evince che la popolazione in questione è ancora lontana dalle condizioni ottimali, e che quindi ogni intervento umano volto ad aiutarla è da considerarsi come una “riparatoria” e quanto mai opportuna compensazione rispetto ai danni che abbiamo arrecato agli ecosistemi agresti con le modificazioni ambientali degli ultimi decenni. Trasformazioni del territorio che sempre si traducono in una desolante banalizzazione dell’ecosistema e del paesaggio, con conseguente riduzione drammatica della biodiversità, non solo avifaunistica! Biodiversità che, occorre sempre ricordarlo, non costituisce soltanto un imprescindibile valore scientifico, culturale ed estetico, ma è l’unica garanzia della corretta funzionalità ecosistemica, che è alla base della nostra prosperità e qualità della vita. Ecco perché il ritorno, spontaneo, di una nuova specie autoctona, laddove molte altre o sono scomparse o hanno visto ridursi drasticamente la consistenza numerica delle popolazioni, è una gran bella notizia. Purtroppo però, insensati progetti di agri-voltaico e speculazione edilizia incombono come una minaccia esiziale su alcune aree a vocazione agricola con un (relativamente) significativo grado di naturalità e varietà ecosistemica. Ci pare incredibile che, a fronte di una natura letteralmente soffocata e assediata da un’antropizzazione compulsiva che riflette una assoluta inconsapevolezza delle dinamiche della vita sul pianeta, si possa pensare di stravolgere e “industrializzare”un paesaggio agreste già impoverito, ma ancora vitale e produttivo, sia in termini di biodiversità sia di resa agricola, ricoprendolo di pannelli fotovoltaici.

A fronte di tutto ciò, i nostri progetto intendono, anche come risposta civile a tali criticità e minacce, coinvolgere cittadini sensibili e consapevoli nella realizzazione e nella messa in sede delle suddette cassette nido in seguito a istruzioni e consigli sulle modalità di costruzione e messa in posto. Ai partecipanti inoltre, verrà data la preziosa opportunità di essere guidati da esperti nell’osservazione dell’avifauna presente nelle aree interessate dal progetto. Naturalmente, data la delicatezza della materia, per motivi di etica professionale le aree più sensibili non saranno interessate dalla partecipazione del pubblico. Ci sembra, questo, un bel modo per sensibilizzare i cittadini nei confronti della bellezza e del valore del proprio patrimonio avifaunistico, quasi sempre misconosciuto, e per responsabilizzarli circa la necessità di proteggerlo.

alessandra
Alessandra Bagini

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