Ron Howard, Rosario Dawson, Matthew Broderick, Charlie Mc Dowell, Giancarlo Giannini, Claudia Gerini e molti altri

Il 22 novembre ha preso il via con una strepitosa inaugurazione avvenuta al Teatro Regio di Torino, il 42° Torino Film Festival. Con l’apertura dei cancelli alle h.17.30 han cominciato a susseguirsi per il cocktail offerto nel foyer, i 1.500 invitati. Inoltre ad intrattenere piano piano le persone che arrivavano e i grandi ospiti, i bravissimi Luca e Max di Poltronissima che han fatto varie interviste e raccontato curiosità e gossip. Alle 19 le luci si sono spente e la cerimonia ha avuto inizio con il coro di voci bianche del Regio che ha intonato il Tema d’amore dal Padrino di Nino Rota. Poi è stato presentato il programma completo con 120 film selezionati su 6.000 proposti e un numero di registe in concorso che supera quello degli uomini.
Giulio Base, senza la madrina Cristiana Capotondi che era a casa per un’influenza, ha introdotto sapientemente i grandi ospiti: Matthew Broderick, Giancarlo Giannini, Rosario Dawson e Ron Howard, e inoltre Sarah Jessica Parker, Claudia Gerini, Giuseppe Battiston, Marco Leonardi, Massimo Ghini, Giorgio Tirabassi, Vera Gemma, Charlie McDowell, Fausto Brizzi, Cesare Bocci. La serata si è conclusa con una cena blindata sempre al Regio solo per le star.

Nella mattinata del 23 novembre il grande via alle giornate di conferenze e proiezioni. La città e tutti gli appassionati si sono svegliati, pronti a partire e poter incontrare la sfilata di grandi artisti internazionali come Rosario Dawson, Matthew Broderick, Ron Howard, Charlie McDowell, Giancarlo Giannini, Claudia Gerini, Giuseppe Battiston, e tanti altri e poter vedere i loro film più belli presso i cinema Massimo e Romano.
Il primo big, Ron Howard, premiato con la “stella della mole” alla creatività nella serata di inaugurazione, durante la quale ha presentato anche il suo nuovo film Eden.

Il regista noto al pubblico italiano per essere stato protagonista della sitcom Happy Days nel ruolo di Richie Cunningham, ha vinto due Premio Oscar® ed è autore di pellicole indimenticabili come Apollo 13 (1995), A Beautiful Mind (2001) e Il codice da Vinci (2006). Il suo nuovo film è tratto da una misteriosa storia vera accaduta a Floreana, isola delle Galapagos, negli anni ’30, con protagonisti Jude Law e Vanessa Kirby (sarebbe stato bello avere anche loro, magari il prossimo anno) nei ruoli del dott.Ritter e la sua partner Strauch, sbarcati nell’isola dalla Germania in cerca di un’esistenza isolata e idealistica, lontana dalla corruzione e dal crescente fascismo europeo. Ron Howard in Eden crea la sua visione basandosi sui libri scritti dai due coloni Dore e Margret, in cui spiegano la loro versione dei fatti. Il regista realizza un survival movie nel quale da una parte si racconta la vicenda vera e straordinaria di un gruppo di uomini che cerca di convivere e sopravvivere in un luogo estremo per scopi sociali (oltre i primi due arrivano anche un’altra famiglia tedesca i i Wittmer e la baronessa Wehrhorn), dall’altra narra un mistero di sparizioni e morti. Che cosa è successo davvero in quel posto incontaminato?

Qui il Trailer: https://youtu.be/jaJCB_WAp1M
«Ho incontrato questa storia durante una vacanza alle Galapagos 15 anni fa e sono rimasto affascinato da ciò che hanno vissuto i protagonisti», racconta Ron Howard a Torino, «più approfondivo la conoscenza della vicenda e più mi sembrava che avesse delle corrispondenze con la tragedia greca: i personaggi affrontano sfide con sé stessi e con la natura».
Nella giornata è stata poi la volta della meravigliosa Rosario Dawson, anch’essa insieme e come Matthew Broderick, premiata con la “stella della mole” alla creatività, la sera precendete, ed arrivata con grande simpatia e disponibilità verso i fan.

Attrice nata a New York da madre di origini portoricane e afro-cubane; ha interpretato film come “La 25esima ora” di Spike Lee nel 2002 grazie al quale arriva il vero successo, e “Sin City”, “Sette anime” di Muccino, con Will Smith, inoltre serie come “The Mandalorian”. Rosario è attivista da sempre in prima linea per i diritti delle donne, dell’ambiente, dell’uguaglianza razziale, donna di grande carisma e dolcezza, accompagnata qui al TFF dal marito, riservato e discreto. Se da bambina voleva fare la biologa marina, ad appena 15 anni viene notata e scritturata per il suo primo film “Kids” e proprio questo ci presenta qui a Torino.
Parlando della situazione attuale degli Stati Uniti, con il ritorno di Donald Trump, l’attrice ha commentato: “Penso che abbiamo molto lavoro da fare, così come ogni generazione, in realtà non credo che alcuna amministrazione in particolare possa fare del tutto male o del tutto bene ma penso che un momento come questo debba ricordare alla gente cosa c’è in gioco…”.
Per Rosario Dawson bisogna darsi da fare, “solo insieme – ha detto – possiamo provare a cambiare le cose”.
Anche Matthew Broderick, grande star di questa prima giornata. Arrivato a Torino con la bellissima moglie anche lei bravissima attrice conosciuta al pubblico come la Carrie di Sex and The City, Sarah Jessica Parker, che con eleganza ma discrezione ha sostenuto il marito durante il festival.


«Sul set portava gli auricolari per farsi suggerire le battute. Prima di allora aveva sempre usato una sorta di gobbo, cartelli sui quali c’erano appunto le battute scritte a mano. Diceva che non gli andava di memorizzare i dialoghi perché credeva che in quel modo la recitazione sarebbe stata più naturale. Sul set faceva il possibile per far sentire tutti a loro agio. – dice Broderick – è entrato, ha distribuito saluti e abbracci e, nel giro di poco, sembrava di avere a chi fare con uno di noi. Ci eravamo dimenticati di avere a che fare con Brando».
Matthew Broderick, uno degli attori più rappresentativi della sua generazione. Felice di essere a Torino, anche se non ha avuto abbastanza tempo di visitarla ma ha apprezzato molto il Teatro Regio e si è reso sorpreso del premio ricevuto. Spiritoso assieme alla moglie che scherza sulla conoscenza e pronuncia di qualche parola in italiano.
Durante la conferenza racconta inoltre di quanto il cinema si stia evolvendo ed arricchendosi sempre più di contenuti. Lo vedremo presto nel nuovo progetto, reciterà insieme al figlio James Wilkie nella serie Elsebeth.
La carrellata dei super ospiti continua con il regista e sceneggiatore Charlie McDowell, figlio dell’attore britannico Malcolm McDowell e dall’attrice statunitense Mary Steenburgen, che esordì alla regia all’età di 23 anni con il cortometraggio “Bye Bye Benjamin”.


Al Torino Film Festival porta il suo nuovo film “The Summer Book”, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 1972 di Tove Jansson, uno dei capolavori della letteratura finlandese. Film fuori concorso al 42 TFF, racconta dell’estate di Sophia (Emily Matthews), una bambina di otto anni, vivace e curiosa, che trascorre il tempo con suo padre, ancora immerso nel lutto per la perdita della moglie, e con sua nonna, un’anziana donna caparbia (una straordinaria Glenn Close) che cerca di riscoprire la vitalità proprio mentre sente avvicinarsi la fine.


McDowell traduce con delicatezza l’atmosfera sospesa e malinconica del romanzo, lasciando spazio a una narrazione che celebra l’amore, la perdita e la natura ciclica della vita.

Infine a conclusione della prima giornata così intensa e ricca, come si suol dire “at last but not least”, arrivano il magistrale Giancarlo Giannini, premiato con la “stella della mole” che presenta il film del 1975 (che a breve “compirà” 50 anni) “Pasqualino Settebellezze”, scritto e diretto da Lina Wertmüller, sui fidata compagna lavorativa ed il grandioso cast de “Il Corpo”, film thriller con la regia di Vincenzo Alfieri, con Claudia Gerini, Giuseppe Battiston, Andrea Di Luigi ed Andrea Sartoretti.
Giancarlo Giannini, racconta del film nel quale il personaggio con inimitabile sarcasmo è riuscito a raccontare vizi e difetti di un intero Paese. Il film più famoso della Wertmüller, candidato a quattro premi Oscar, è il ritratto di un’opportunista disperato, moralmente riprovevole e mosso da un vorace istinto di sopravvivenza, perfettamente incarnato da Giancarlo Giannini. Un attore arrivato ai suoi 80 anni con grande fierezza e ancora con voglia di fare cinema anche se ammette di essere un po’ stanco ma ritenersi molto fortunato (presto andrà a girare anche un film a Cuba)


«Afferma Claudia Gerini, «il grande pubblico mi ha conosciuto grazie alle commedie. Amo anche il dramma, l’horror e il thriller. Mi piace leggere, vedere e interpretare i gialli, perché la recitazione è più sottile e dilatata: in un sguardo ci puoi mettere dentro molte sfumature. È bello giocare sull’ambiguità».
E ancora racconta «Rebecca è un po’ una strega cattiva», la descrive l’attrice, «è una donna di potere che decide tutto, dalla grande teatralità, che vuole sempre stupire e mettere a disagio le persone. Non è mai accomodante. Ha una doppia faccia».
Il film vede il ritrovo del corpo di una donna, privo di vita, Rebecca un’imprenditrice influente (Claudia Gerini), moglie del giovane Bruno (Andrea Di Luigi) ex insegnante di chimica. Durante le indagini, le attenzioni dell’ispettore Casser (un formidabile Giuseppe Battiston) cadono proprio sul marito, il primo sospettato della morte di Rebecca.
Una giornata davvero pazzesca preludio poi alle seguenti, una più ricca e bella dell’altra, di un 42 TFF che ha reso Torino nuovamente simbolo del grande cinema e fatto brillare la città.
