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LA VITA È UN PAESE STRANIERO: KEROUAC IN ITALIA 1966 di Alessandro Manca

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Ero lì, seduta vicino a JackKerouac, narcotizzato dalle esigenze della società; intorno a lui i tenutari della rispettabilità culturale – con ferie pagate e tredici mensilità, ansiosi di tradire la moglie con la segretaria e di ubriacarsi in segreto il sabato sera, ma puntuali in ufficio il lunedì mattina – si divertivano: e guardavano l’antico ribelle imprigionato per settantasei ore nella trappola di un affitto da pagare, dissero che era una vergogna, almeno alla televisione avrebbe dovuto presentarsi non ubriaco, e sorrisero con condiscendenza, accendendo sigarette di contrabbando con accendisigari senza bollo, la maggiore delle rivolte, il massimo dei rischi che potessero immaginare. Kerouac capiva tutto, naturalmente, e più capiva più insisteva nelle sue battute a base di bum bum bum e più ripeteva nel microfono: “Sono ubriaco”, non per sfida o per ingenuità, ma per un ultimo tentativo di buttare la maschera, come se dicendo: “Sono ubriaco”, gli altri avessero potuto dire: “Mi ubriaco anch’io, ma non ho il coraggio di dirlo”. Kerouac capiva tutto e stava lì come un angelo caduto a guardare il suo nemico di sempre (lui che aveva scritto: “Non voglio parlare contro le cose, voglio parlare per le cose.”) (…) finché mi chiese sottovoce: “Ma cosa sto a fare qui dentro?”. (Fernanda Pivano)
La vita è un paese straniero è la ricostruzione del viaggio che Jack Kerouac fece in Italia nel 1966, quando fu invitato da Mondadori per presentare il suo romanzo Big Sur, scelto come 500° della collana Medusa. Più che un semplice resoconto di un viaggio è il racconto dello scontro titanico, ricco di provocazioni e caustiche recensioni, fra Kerouac, lo scrittore ribelle, bello come un divo di Hollywood, insofferente e ubriaco, e un establishment culturale che in Italia, ancor più che in America, non lo comprende, ne sminuisce il valore letterario e lo riconduce a uno stereotipo hippie. Alessandro Manca ricostruisce gli avvenimenti accaduti durante e attorno alle tre presentazioni, a Milano, Roma e Napoli. Il volume è corredato da interviste, articoli di giornale d’epoca, parole, tra i tanti, di Fernanda Pivano e Marisa Bulgheroni. Fra le pagine sono contenuti documenti inediti, come una lettera che l’americano inviò a Mondadori dopo il suo ritorno negli Stati Uniti, fotografie di Graziella Scotese scattate a Roma e la ricostruzione della nascita del dipinto fatto a quattro mani con Franco Angeli.

La Vita è un paese straniero: Kerouac in Italia 1966 di Alessandro Manca (230 pagine, 15.00 €) arricchito dalla fantastica copertina dell’illustratore Riccardo Cecchetti, che ha rielaborato una delle fotografie storiche di Massimo Vitali, sarà in vendita online e nelle librerie fisiche dal 2 dicembre. Il volume verrà presentato in anteprima a Roma, alla Fiera della piccola e media editoria Più Libri Più Liberi, dal 6 al 10 dicembre.

alessandra
Alessandra Baggini
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